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24 novembre 2010

Vieni Via con Me, tutti gli elenchi della terza puntata

Articolo di Video8
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Vieni Via con Me, tutti gli elenchi della terza puntata



Come ormai consuetudine, vi presentiamo tutti gli elenchi di Vieni Via con Me, che ha appena vissuto la sua terza puntata: tanti gli ospiti davvero rari per la tv, da Renzo Piano a Corrado Guzzanti, da Gabriele Salvatores a Ivano Fossati. E nell’elenco conclusivo sui motivi per cui si resta o si va via dall’Italia, Fazio e Saviano lanciano qualche frecciata a Masi: “Resto perché Masi mi ha telefonato per fare altre quattro puntate” dice Saviano; “Resto perché anche se non mi ha telefonato Masi mi ha fatto sapere che ne vuole altre otto“. Di seguito, però, vi lasciamo a tutti gli elenchi della terza puntata di Vieni Via con Me.

Elenco di desideri impossibili (legge Fabio Fazio, il video in apertura)

1. che la televisione si occupi di politica senza che la politica si occupi della televisione
2. che non si sia costretti a chiedere la ricevuta fiscale perché te l’hanno già data
3. che chi paga le tasse non sia considerato un fesso
4. che chi non le paga sia considerato un ladro
5. che i finanziamenti pubblici vadano alla scuola pubblica
6. che quando al ristorante chiedo la frutta non ti rispondano “abbiamo l’ananas”
7. che gli importatori di ananas non si offendano e adesso chiedano il diritto di replica
8. che una bottiglietta di acqua potabile non costi un euro e mezzo, perché è una mostruosità
9. che non si applauda ai funerali
10. che Balotelli possa giocare a pallone senza che cento nazisti gli rompano le palle
11. che si possa aprire un giornale senza sapere già cosa c’è scritto
12. che l’unità d’Italia sia una tale ovvietà che non se ne debba più discutere
13. che non si dica mai più “scendere in campo”, ma “servire il paese”
14. che salire nei sondaggi sia meno importante che dire una cosa giusta
15. che si dica una cosa giusta anche se non fa salire nei sondaggi
16. e che nessun giornale faccia mai più una raccolta di firme contro Roberto Saviano, che non è un partito politico, ma è molto di più, è una persona


Elenco del perché con la cultura si mangia, di Andrea Camilleri (legge Luca Zingaretti)

1. Eva quando prese la mela dall’albero e la offrì ad Adamo, fece cultura
2. La prima madre che svezzò il suo bambino con delle bacche che aveva scoperto commestibili, fece cultura
3. Il primo uomo che appuntì un sasso per cacciare e quindi mangiare, fece cultura
4. Il primo uomo che incise sulla roccia un bufalo per comunicare che lì c’era da cacciare e quindi da mangiare, fece cultura
5. Il primo uomo che si rese conto che la carne di animale era gustosa, fece cultura
6. Il primo uomo che fece 2 buchi su un uovo di dinosauro, lo bevve e consigliò al suo clan di fare lo stesso, fece cultura.
7. Il primo uomo che sfregando due legnetti provocò una scintilla con la quale accese un fuoco su cui cucinò la carne dei bufali, fece cultura.
8. Il primo uomo che, arrabbiato per il bufalo che gli era appena scappato, maciullò con le mani alcune olive e si accorse che potevano essere un buon condimento per la carne di bufalo, fece cultura.
9. Il primo uomo che dopo un’indigestione di carne di bufalo, provvide ad avvertire gli altri che non bisognava mangiarne troppa, fece cultura.
10. Il primo africano e il primo indoeuropeo, che si scambiarono i loro diversi cibi, fecero cultura
11. Dal che si deduce, contrariamente a chi afferma l’opposto, che con la cultura si mangia eccome, talvolta meglio talvolta peggio ma si mangia.


Elenco dei vantaggi della vecchiaia di Carlo Fruttero (leggono Luca Zingaretti e Fabio Fazio). In coda il video di questa prima parte del programma.

1. Un vecchio è il solo ad avere i titoli per parlar male della sua età. Potrà dire: “Mi fanno ridere questi precari. E io allora, che sono più di là che di qua?” Potrà chiudere con “Non ne posso più di tutta questa vecchiaia”, ottenendo un sorriso comprensivo.
2. Il piacere di essere coinvolto anche televisivamente in ogni mutamento climatico. Ondata di caldo: non mancano mai di metterti tra i cittadini “a rischio”. Ondata di freddo: stessa identica cosa. Sei qualcuno, finalmente!
3. Guidare contromano per 14 Km sull’autostrada, di notte. Ti tolgono la patente, ma vuoi mettere la soddisfazione?
4. Un vecchio può continuare a fumare tranquillamente. Ormai tutti i suoi terapeuti concordano nel dire che smettere sarebbe peggio.
5. “Lei ha visto sabato scorso un disco volante atterrare in una piazza romana? E ha visto scenderne un leader politico originario di Aldebaran?”. “Non so, Vostro Onore, non ricordo”. Nessuno protesta, nessuno insiste, sorridono rassegnati. La smemoratezza di un vecchio è inattaccabile.
6. Avere il diritto inalienabile di ignorare che cosa sia la “banda larga”.
7. Giocare la domenica pomeriggio in famiglia alla compilazione del proprio necrologio. “Circondato dall’affetto dei suoi cari…”. Meglio tenersi sullo stringato. Costa meno e poi è anche vero, molte volte.
8. E infine… Passati gli ottant’anni nessuno osa più scrivere di te “il vecchio Fruttero”, ancor meno “l’anziano Fruttero”. Così si passa a un sinonimo lusinghiero: “il grande Fruttero”. Per far capire che è solo un modo di dire, si può ricorrere a un superlativo: il “grandissimo” Fruttero, che qui saluta e lascia la scena col suo più bel sorriso.



Elenco delle dichiarazioni di politici che hanno annunciato la fine dell’emergenza rifiuti (legge Gabriele Salvatores)

1. 1 luglio 2008: Entro la fine di luglio il Comune di Napoli e quelli della provincia napoletana saranno ripuliti
2. 18 luglio 2008: L’emergenza è superata: abbiamo smaltito 50mila tonnellate di rifiuti. Napoli e la Campania tornano ad essere città occidentali, ordinate e pulite
3. 26 marzo 2009: Quella di oggi è una data storica per la Campania, con l’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, si esce definitivamente dall’emergenza
4. 30 settembre 2010: Il governo ha completamente risolto il problema dei rifiuti
5. 22 ottobre 2010: Entro dieci giorni a Terzigno la situazione tornerà alla normalità
6. 28 ottobre 2010: Fra tre giorni a Napoli non ci saranno più rifiuti
7. 2 novembre 2010: “Avevamo preso l’impegno (…) abbiamo risolto il tutto in pochi giorni”


Elenco dei nomi delle vittime di quel giorno (legge Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia)

1. Giulietta Banzi Bazoli, anni 34, insegnante
2. Clementina Calzari Trebeschi, anni 31, insegnante
3. Alberto Trebeschi, anni 37, insegnante
4. Euplo Natali, anni 69, pensionato
5. Luigi Pinto, anni 25, insegnante
6. Bartolomeo Talenti, anni 56, operaio
7. Vittorio Zambarda, anni 60, operaio
8. Livia Bottardi Milani, anni 32, insegnante


E’ poi seguito l’elenco letto dal Ministro dell’Interno sulle Iniziative per contrastare le mafie: e vi rimandiamo al nostro post dedicato all’elenco di Maroni.
Segue poi l’Elenco delle cose belle che ricordo di Stefano, letto da Ilaria Cucchi.

1) Il suo sorriso, quando da bambino correva incontro a nostro padre di ritorno dal lavoro.
2) La sua dolcezza, quando non riuscivo a dormire perché avevo paura del buio e lui mi rassicurava.
3) La sua allegria contagiosa, che ti tirava su di morale e riusciva sempre a strapparti un sorriso.
4) La sua simpatia, che lo faceva essere amico di tutti e fare invidia a me, che ero sempre troppo timida.
5) La sua generosità, nell’aiutare sempre gli altri come poteva, anche quando era lui ad aver bisogno di aiuto.
6) La sua tenerezza, quando giocava con i miei figli e non doveva fingere di essere diverso o migliore.
7) Il suo altruismo, quando anche nei momenti più difficili per lui si preoccupava che io fossi serena.
8) Il suo abbraccio, forte, che racchiudeva tutte le parole che dalle nostre bocche non riuscivano ad uscire.
9) Il suo bisogno di famiglia, che lo portava a cercare tutte le occasioni per stare insieme, ricordare, festeggiare.
10) La sua voglia di farcela, quando con le lacrime agli occhi ma con orgoglio tornava in comunità e provava a riprendersi la sua vita.
11) Il suo amore, grande per la vita… che non avrebbe voluto lasciar andare.


Elenco di alcuni dati sulla situazione delle carceri (legge Luigi Manconi, presidente e fondatore dell’Associazione “A buon diritto”)

1. I posti disponibili nelle carceri italiane sono 44.608
2. Oggi, 22 novembre, i detenuti presenti sono invece 69.313
3. Il 44% sono in attesa di giudizio definitivo (dunque innocenti secondo la Costituzione Italiana)
4. Il 37% sono stranieri, il 30% sono tossicomani
5. Oggi, 22 novembre, nelle carceri italiane ci sono 52 bambini dai 0 ai 3 anni, detenuti insieme alle madri detenute (e che trascorrono in una cella i primi anni della loro vita)
6. Nel corso del 2010 sono morti in carcere 107 detenuti, un quinto per “cause ancora da accertare”
7. 60 detenuti si sono tolti la vita, l’ultimo si chiamava Antonio Gaetano,aveva 46 anni è morto a Palmi 3 giorni fa
8. La frequenza dei suicidi in carcere è 20 volte superiore a quella dei suicidi fuori dal carcere
9. I detenuti per lo più si tolgono la vita nei primi giorni e mesi della detenzione
10. I metodi più utilizzati sono l’impiccagione e l’inalazione di gas dalla bomboletta del fornello con cui si cucinano i cibi
11. Nel corso degli ultimi 15 mesi si sono tolti la vita 7 agenti di polizia penitenziaria.


Elenco delle cose che mi mancano del mio Paese (legge Joseph Masanka Kwetu, congolese, rifugiato politico, in Italia da cinque anni)

1. Lavorare per la libertà del mio Paese
2. La foresta verde congolese
3. Il cibo del mio Paese
4. I miei fratelli
5. Luison, amico di infanzia, compagno prima di giochi e poi di scelte di vita
6. Il grido del gallo la mattina presto
7. Parlare inala, la mia lingua
8. La mia chiesa, quella accanto a casa
9. Vestirmi come un uomo del Congo
10. Divne, mia figlia, che ha 8 anni


Elenco delle cose che ho portato sulla gru (legge Harun Javeid, uno degli operai di Brescia, che per ottenere il permesso di soggiorno, il 30 ottobre scorso è salito su una gru e vi è rimasto per 17 giorni)

1. La pazienza che mi è servita per sopportare la stanchezza e la fame
2. Il cellulare, per comunicare con i miei compagni sotto la gru
3. Il megafono, per urlare i nostri diritti e farci sentire da tutti
4. Lo striscione con la scritta “Sanatoria”
5. Una radio, per sapere le notizie e per ascoltare tutte le persone che ci volevano salutare e che telefonavano
6. La forza, per sopportare la pioggia, il vento e il freddo dei primi giorni sulla gru
7. La mia fede in Dio, perché solo Dio ci poteva aiutare


Elenco di quello che per me significa “fare” (legge Renzo Piano, architetto)

Breve premessa… il fare è alla base di tutto.
1. Il verbo fare: fare, costruire, è la più antica scommessa dell’uomo insieme allo scoprire, al navigare, al coltivare i campi.
2. Fare bene: per fare bene bisogna capire e ascoltare. E’ un’arte complessa e difficile perché spesso le voci di quelli che hanno più cose da dire sono discrete e sottili.
3. Fare per gli altri: bisogna sempre ricordare che fare architettura significa costruire edifici per la gente; università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l’imbarbarimento, sono luoghi di cultura, luoghi per fare arte
4. Fare con attenzione: perché la terra ci ha ormai avvisato della propria fragilità. Per questo non credo nell’energia nucleare e credo invece fermamente nelle energie rinnovabili. L’Italia non ha giacimenti di uranio, ma molto sole e tanto vento.
5. Fare bellezza o almeno provarci: la bellezza è imprendibile, se allunghi la mano ti scappa ma se la definisci, come facevano i greci, il bello ed il buono, che stanno insieme, allora tutto diventa possibile. La bellezza e l’utilità messe assieme vincono il formalismo
6. Fare silenzio: cioè costruire emozioni; talvolta l’architettura cerca il silenzio e il vuoto in cui la nostra coscienza si possa ritrovare.Il silenzio è come il buio, bisogna avere il coraggio di guardarlo e poi pian piano si cominciano a vedere i contorni delle cose
7. Lasciar fare: lasciar fare ai giovani, mettersi un po’ da parte (nel mio studio lavorano ogni anno 20 studenti provenienti da tutto il mondo). Bisogna valorizzare il talento. Bisogna che la politica faccia i concorsi. Ci sono tantissimi giovani talenti che non hanno nulla da fare. Oggi un architetto in Italia ha poche possibilità prima dei 50 anni, c’è una interna generazione che è stata tradita. La politica teme il talento perché il talento ti regala la libertà e la forza di ribellarti.
E, tra restare o andare via, secondo me i giovani devono partire, andare via, ma per curiosità, non per disperazione. E poi tornare. I giovani devono andare per capire se stessi.

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